Diplomazia al festival

Posted by TibiDabi | Posted in | Posted on domenica, giugno 22, 2008




E' passata quasi una settimana da quella che è stata una settimana da ipervedente.Ma soprattutto è passata una settimana dalla fine del Biografilm festival in quel di Bologna.Ok...fermi tutti!
Questa non è cronaca.Nè giornalismo. Forse un reportage.Di sicuro è il mio percorso come accreditata in un festival. La prima volta. Il primo accredito penzolante al collo.
Una grande indigestione visiva.Alla fine ero un pò come Alex in Arancia Meccanica...mi sentivo quell'infernale aggeggio spalanca-palpebre cucito in faccia.
Questa esperienza ha a che fare con quell'ozio dorato a cui sporadicamente mi abbandono, giusto per inebriare un pò i sensi ed assaporar la perdizione al posto di ore di studio preziose.
Mi ritrovo così a mandar domande, richieste di partecipazione per gli eventi più impensabili e lontani mille miglia dalla mia attività "ufficiale"... senza alcuna cognizione del fatto di poter ricever una risposta affermativa un giorno.
Invece è successo. Imprevedibile, come molte di quelle cose che faccio fini a se stesse...e che so bene che prima o poi potrebbero bussar alla mia porta. Bene, io preferisco curarmene al momento opportuno e nell'eventualità.
Così è stato per il Biografilm. Sprovveduta e senza il ben chè minimo senso del dovere( lo stesso che per anni mi ha temprato alla privazione)ho preso il treno per Bologna, accredito in mano, faccia tosta di rigore e mi son piazzata tra i 100 accrediti culturali della manifestazione.
Magnifica piccola...occupa giusto lo spazio di due sale cinematografiche( per l'esattezza il cinema Lumiere presso la manifattura delle arti).Speciale.
Ve l'ho detto:colpa delle prime volte.
Io non ho visto tutto. Ho fatto la mia personale selezione in base a desideri e possibilità e treni da prender per rientrare in serata a Forlì.
3 giorni su 5 è un bilancio di tutto rispetto.Mi son divisa tra retrospettive, anteprime e il concorso.
I tributi artistici della rassegna di quest'anno erano per :Jean Seberg, Monty Python,Syd Barret,Andy Warhol, Hunter S. Thompson.
Cosa ho avuto il privilegio di vedere, chi ho visto:

11 giugno

Gonzo: the life and work of Dr Hunter S. Thompson di Alex Gibney
anteprima internazionale
vincitore del premio del pubblico.
Ispiratore del visionario "paura e delirio a Las Vegas" di Gilliam,Dr Thompson è sicuramente stata una figura dirompente a cavallo tra 60's e 70's:geniale, irriverente,iconoclasta,stimato e temuto dai politici per la sua penna tagliente, lascivo, drogato...ci si è stupiti sia sopravvissuto così a lungo nonostante le sue intemperanze. Morì suicida...non potè sopravvivere alla rielezione di Bush Jr..in nome del quale la morte era una più che valida riappropriazione di dignità.Documentario onirico, dinamico, avventuroso.Goduto fino all'ultimo istante. Primo caso di documentario avvincente direi.
5 stelle

incontro con Mark Rappaport e documentario su Jean Seberg
Non sapevo chi fosse la suddetta e poi ovviamente ho realizzato.Insomma per illuminarvi il suo fiore all'occhiello è la parte in A bout de suffle di Godard. Personalità tormentata, lontana dal gran successo di massa, indagata per simpatie con i Black Panthers, morì suicida, travagliata da amori totalizzanti.
Antesignana di un fascino ed una femminilità molto contemporanee,il documentario è una sorta di finzione in cui una attrice incarna le sembianze di una Seberg odierna e ancora viva che ripercorre le tappe della sua vita.
Con tutto il rispetto Mr Rappaport,documentario esasperato e a tratti noioso su una figura di media brillantezza e carisma.
Perplessità.
2 stelle e mezzo.


Incontro con Peter Whitehead e visione di Tonite Let's All make Love in London.
Signori quest'uomo è un innovatore. Ha colto lo spirito della fine degli anni 60 nella swinging London in tutta la sua psichedelia attraverso quello che è l'unico reperto filmato della electric parade del 68 e avvalendosi di filmati e interviste a John Lennon,Julie Christie,Mik Jagger,Michael Caine...
E' l'ideatore del concept di Videoclip, forma che ha messo a punto con i Rolling Stones, Pink Floyd, Jimi Hendrix, Marianne Faithfull...
Tra le chicche relative a Whitehead, uomo: beh, ha lasciato tutto per allevare falconi in Africa(passione grande al pari di quella cinematografica); ha definito Shine a Light di Scorsese un film dilettantistico, uno studente Bolognese avrebbe potuto far meglio!
Ipse dixit.In falconis veritas.
5 stelle di rispetto.

12 Giugno

Street thief di Malik Bader
Documentario su di uno scassinatore professionista che vede i registi prima complici testimoni e poi collaboratori della polizia nel risolvere l'enigma relativo alla scomparsa dello scassinatore stesso, avvenuta tragicamente proprio nel mezzo della lavorazione al documentario.
Avvincente
4 stelle

Superstar in a Housedress:The life and legend of Jackie Curtis di C. Highberger
Il documentario è di un classicismo stucchevole ma la storia di Jackie Curtis valeva la pena un documentario.Superstar della factory Warholiana, talento artistico e teatrale dell' off off off Village, stimato dai suoi colleghi e dal pubblico che riservava ripetuti sold out alle messe in scena delle sue opere divertite e divertenti, ha lasciato una eredità artistica e di pieces esilaranti tutte incentrate sul suo travestitismo.
3 stelle

Due film in concorso:
Children of the sun di Ran Tal: storia dell'esperimento israeliano di vita collettivistica nei kibbutz, dove i bambini erano separati dai genitori ed immersi in un sistema comunitario rigido e quasi disumano. Il documentario ripercorre le memorie dei sopravvissuti l'amarezza di quegli anni e il ritorno alla vita normale, così sospirato.Toccante
3 stelle
Hear and now di Taylor Brodsky: storia di due genitori che dopo 60 di vita nella totale sordità decidono di operarsi per acquisir l'udito.Documentario diretto dalla figlia di questi ultimi che racconta la singolar vita di due genitori perfettamente integrati seppur nel loro handicap, la vita da figlia udente con genitori sordi fino alla loro sofferta scelta verso l'udire. E se la realtà fosse così assordante da far rimpiangere il silenzio?Storia bellissima di un amore.
4 stelle

15 giugno, giornata finale:

Scott Walker:30 century Man di Stephen Kijak
Non sapevo chi fosse. Grata al documentario per la scoperta.
La redenzione di un teen idol degli anni 60 che scopre la sua vena cupa compositiva creando dapprima canzoni di un intimismo struggente fin poi collo sperimentare sonorità metalliche, cupe e taglienti accompagnati da testi che son drammi di pura creaività e raffinatezza compositiva.Un genio precursore di quanto di più sperimentale oggi vi sia in giro.Gente come Radiohead,Pulp, Bowie...lo venerano incondizionatamente.Ed è lontano dai riflettori l'uomo del 30°secolo.
Illuminante.
5 stelle

Led Zeppelin:Live at the Royal Albert Hall by Peter Whitehead
La sala era gremita come mai vista. Due ore di puro estro, talento...applausi a scena aperta rincorrevano le immagini e seguivano puntualmente ciascuna canzone.E' stato come vivere un live sotto palco piuttosto che seduti in poltrona a guardar un film.
La più grande band degli anni 70. Forse di sempre. Assoli di Jimmy Page e John Bonham da brividi.
5 stelle di ammirazione e invidia.

Cineteca-Incontro con Ian Barret, nipote di Syd Barret.
Il nipote di Syd poteva benissimo starsene a casa.Una tiritera di "you know" intervallati da qualche parola. Fortuna che l'incontro è stato più una occasione per parlar di Barret con giornalisti esperti, fans e Dario Antonetti che ha riproposto brani di Barret live.
Barret pittore mi mancava. Dipingeva e distruggeva le sue opere fotografandole prima però.Ritiratosi non si avvicinò alla musica, quasi fosse traumatizzato alla sola idea(immagino di trovarsi a che fare con altre teste di ca..o come i cari ex Pink Floyd!). Il nipote di Barret non ricordava nulla dello zio. Domanda: Che cazzo l'hanno chiamato a fare?
Prima di invitare suggerirei di vagliare la lista di invitati!!

The End.
Così finisce la mia esperienza.
Mi son persa della roba ovvio:
L'incontro con Edo Bertoglio, fotografo di fama internazionale che ha immortalato New York e le sue icone
Il documentario su Jimmy Carter diretto da Jonathan Demme,"the man of plains".
Il documentario vincitore del concorso :Lucio( storia di un anarchico che mette a segno una truffa da 25 milioni di dollari per disporli delle cause in cui credeva, continuando a far il suo lavoro di muratore!)
La festa per i Monty Python con il cast della rivista Cuore.

Ma cavolo io una sono. E il treno prima o poi parte.Senza di me o con me.
Resta comunque il ricordo di qualcosa di grande agli occhi e caro al cuore.

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