Tu, forse non essenzialmente tu
Posted by TibiDabi | Posted in A fior di pelle.... | Posted on domenica, maggio 30, 2010
Questa notte ha uno strano sapore. E non perchè là fuori ci son due pantofole rosse a sventolare nel riflesso di un lembo di luna. Questo atrio senza luci distrugge forma e materia e lascia una lavagna nera con un gessetto spuntato a stridere.
In questo atrio ci sei tu, che tieni la mano della tua bella e le dici "presto toccherà anche a noi" baciandola in fronte; tu che fermo al semaforo rosso, all'incrocio proprio prima di riportarla a casa, giri a destra invece che proseguir dritto perché vuoi sentirla ridere ancora per un altro isolato; tu che leggi pratiche nell'archivio infortuni e ti imbatti nel suo nome tra tanti in un mezzo sorriso; tu che le hai detto che non sarebbe più successo, che deve fidarsi di te, che senza dove saresti?come faresti?, che questi son incidenti di percorso e che pur di non perderla cambierai; tu che le menti perché di quella curiosità non sai privarti, che meglio rinunciar ad un organo piuttosto; tu che la vostra storia la cantano, la filmano e ne scrivono tutti, ovunque; tu che tutto ti rimanda a lei in mille dediche ideali che segneresti sulle mura dei posti che ogni giorno attraversa; tu che all'uscita dell'università in macchina a scaldar il motore appena la vedi alle colonne dei portici con la tracolla sformata e le fotocopie da andar a fare; tu che la consoli 'che il miglior amico si è schiantato al curvone viscido che portava in campagna, su per i colli e la prognosi è riservata; tu che otto anni ,nel bene e nel male ,tu e lei, li moltiplicheresti volentieri e faresti l'invidia di tanti; tu che ci pensi ogni notte a come dirglielo che è lei e che ti fermi alle vetrine cercando con la coda dell'occhio quel cerchietto giusto per il suo anulare, tu che le sue urla isteriche "stronzo" "bastardo" "ti odio" "ti lascio" e la casa mezza distrutta e la porta che sbatte dietro di lei per le scale; tu che elargisci attenzioni a gonnelle che fantasticano sul tuo nome; tu che "benedetta pazienza non dovresti esser gelosa, son loro, io non faccio nulla!"; tu che bisogna prenderti così e lasciarti libero di amar una amoreggiando con molte; tu che mandi giù sfilze di santi mischiandoti alla terra e fermentando; tu che non t'importa cosa hai messo su stasera ma con quei ricci salmastri e quel camicione in veranda eri bella da toglier il fiato; tu che non vuoi giri di parole ed odii le frasi fatte ammiccanti; tu che quella sera in piazza uno l'hai mandato giù perchè l'aveva strattonata apprezzandone il generoso assortimento e sempre tu che ricordi quel taglio d'occhi che per un istante ha potuto convincerti a rischiar tutto ciò, ma che era troppo lontano per poterlo far veramente.
Stasera c'è il tuo sapore da qualche parte, nell'urtar accidentale di queste inferriate, nel buio di ciò che è regionevole pensare.
Anche ora che le dai il braccio per andar a letto, io ti vedo e disegno il tuo profilo in questo vicolo cieco.
Un uccellino mi aveva detto che questo post era bello...
Aveva ragione da vendere!