"I know it's crazy, but that's the only thing I'd really like to be."

Posted by TibiDabi | Posted in | Posted on venerdì, gennaio 29, 2010

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where do the Central Park ducks go in winter?

J.D. Salinger-The catcher in the rye

Packaging's Life

Posted by TibiDabi | Posted in | Posted on venerdì, gennaio 29, 2010

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"Packaging's Life" from Silvio Giordano on Vimeo.


Inspira.
Ed espira.

Northpole s/t

Posted by TibiDabi | Posted in | Posted on mercoledì, gennaio 27, 2010

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Ero in collina. Verosimilmente il 12 dicembre e si parlava della scena italiana musicale degli anni '00. Michele -l'esperto- apriva il suo consueto intervento parlando di loro, i Northpole, come di un chiaro esempio di cose da cui non ci si dovrebbe astenere per far un discorso serio. E così rimette nella custodia Dente, taglia un pezzo degli artemoltobuffa e tutto per non dover rinunciar a passarli quella serata.
Fredda sera in collina, qualche avventore del locale si intrattiene ascoltando New frequencies in filodiffusione, e loro son lì a far la loro trasmissione radio-senzaunaradio per il semplice gusto di. Tipo di far ascoltar anche a qualche amico, raccolto lì per l'occasione, gli ascolti di un decennio e condividere impressioni varie o magari qualche "ma va cagher!".
Finché Michele, timido e impacciato speaker, cala giù il suo asso mettendoci a tappeto. E questo asso ha le fattezze di un brano come "La distanza".
Tu, tu riesci a dire tutto quello che voglio sentire tutto quello che mi fa morire, tu mi fai tremare come in bilico su di un filo statico...
Avevo già sentito questo pezzo ed, ogni maledetta volta, mi provoca un rimestamento d'interiora singolare. Non so dire cosa sia. Le parole, la musica o se non altro la perfezione di un semplice connubio. Ecco proprio quel "semplice" che arriva lì e resta. Perché facile da ricordare, facile riconoscersi.
Tipo quel tremore che provi sentendoti dire da una persona vicina quello che pensi in quell'istante. Questo mi lasciano i Northpole.
Michele mi ammolla il disco a fine serata con un "Devi sentirlo tutto. Mi dirai" d'accompagnamento. E lo sento. Tutto. Spesso. E mi ritrovo a cercarlo sempre di più nei miei ascolti, a cantarlo sovrappensiero, a citarlo che non so neanche il perché.
Undici brani, undici colpi secchi. Ben orchestrati e arrangiati(vedi Fabio de Min e vedi Non voglio che Clara) creano imbarazzo. Imbarazzo nella scelta del brano preferito. Laura? Luca Marc(la canzone del Piave)? Come ogni sera? Difficile decidersi. Ma poi perché decidere?
I Northpole non ci sono più. L'album è del 2005, sì cinque anni fa. E non vedo perché scegliere dato che non ci sarà altro da scegliere. Ho undici brani e son tutti i miei preferiti. E mi sembra anche un diritto rivendicarlo, perché tanto non succederà tra qualche anno, un prima o poi non ci sarà. E allora è bello tenerlo per mano questo qualcosa di irripetibile, come un piccolo tesoro sconosciuto ai più e che ti rende grande anche solo a guardarlo, come un trofeo in bacheca.
I Northpole hanno prematuramente intrapreso la via del "Chi?" senza neanche poter arrivar in vetta e sentirne l'aria. Immeritatamente irriconosciuti. Riprova del fatto che un episodio, per quanto possa esser folgorante, può bruciare più che illuminare.
Ed io a distanza di più di un mese "quell'episodio" non l'ho ancora reso.
La fortuna, alla fine, si compie sulla distanza.
O almeno mi piace pensarla così.

Fanfarlo-Reservoir

Posted by TibiDabi | Posted in | Posted on sabato, gennaio 16, 2010

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Un album di cui dovreste fidarvi. Diverso in ogni suo episodio eppur bellissimo. Malinconico, evocativo ma non triste. A suo modo curativo, come tutti gli album dell'Olimpo a cui appartiene saprebbero.
C'è chi parla di Arcade fire ascoltandoli. Perché quando qualcosa piace ci si chiede sempre il motivo. Un qualcosa che forse ha a che veder con altro che c'è piaciuto enormemente.
E se quella é la scia, che ben vengano certe stelle.
Parlare dei Fanfarlo in giro. Farli conoscere.
Renderli indispensabili tra i vostri ascolti.
Come un battito di ciglia. Un respiro.
Niente di più facile.

(clickare sull'abum per scaricarlo)


E poi c'è tutto ciò che non si può non amare: trombe, violini e mandolini. Perché senza pare non si possa metter su niente che abbia l'onore o onere di un gruppo indie-folk. O di una fanfara tascabile.

"Nous nous sommes tellement appliqués à sophistiquer notre cœur, nous avons tant abusé du microscope pour étudier les hideuses excroissances et les honteuses verrues dont il est couvert, et que nous grossissons à plaisir, qu'il est impossible que nous parlions le langage des autres hommes.Ils vivent pour vivre, et nous, hélas ! nous vivons pour savoir"
( C. Baudelaire -La Fanfarlo-)

I put a spell on you

Posted by TibiDabi | Posted in | Posted on lunedì, gennaio 11, 2010

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Questi sono gli abiti nuovi di questo blog.
Incerta è stata la scelta. Colpa dei saldi che fanno apparir molte cose papabili e poche adatte.
E quindi tra corsi e ricorsi storici e dopo aver conseguito, per evidenti meriti,lauree honoris causa sull'html ed altri linguaggi criptati e criptici; siamo qui.
Io e la mia creatura.
Che cresce.
Ma solo un po' per volta.
Per starmi dietro.

Update:dovreste tipo aiutarmi a capire come diamine si vede questo blog. Cioè:che tipo di schermata vi appare? riuscite ad arrivare fino in fondo alla scritta post più vecchi o è solo l'avvocatessa a non riuscir a veder na cippalippa?
Grazie per il volontariato futuro ed eventuale.