The Monster Mash

Posted by TibiDabi | Posted in | Posted on martedì, marzo 30, 2010

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Io ho una sensibilità.Una di quelle che non t'aspetti a vedermi così a primo impatto. La stessa che da un po' di tempo ha issato una bandiera bianca in segno di tregua.
Son giorni che rifletto sui "mala tempora currunt". Lo si sente sempre dire. Ripeter come una formula esorcizzante. "Che tempi! Tempi bui, signora mia!"
Normalmente questo pensiero è preceduto da una sosta di fronte allo strillone di cronaca nera innanzi all'edicola di fiducia. O magari seduti a tavola col tg che annuncia la nascita di Nathan Falco Briatore o con Vespa che invita la Parietti a parlar del terremoto ad Haiti. Tutte cose lontane. Così lontane che ti scappa quasi automatico il "Che tempi!"
Poi però scendi in galleria a comprar un paio di scarpe e la proprietaria ha un occhio di vetro. Ti fermi ad una bancarella in piazza e il venditore è strabico. Salti in bici e all'incrocio freni di colpo per evitar un pedone sbucato all'improvviso: una donna con il volto tumefatto. Cammini sovrappensiero e per sbaglio urti una ragazza con il volto deturpato da una ustione. Monti in treno per tornar a casa e per giunger al tuo posto passi in rassegna uno ad uno i nuovi "Mostri" di Dino Risi: il nano zoppo, il signore coll'occhio "offeso", la donna col labbro leporino....
E mi chiedo solo: che cazzo sta succedendo?
O sono in un film di Fellini o davvero la bruttura di questi tempi sta gradualmente incarnandosi. I tempi hanno facce, corpi, deformità diffuse e disturbanti.
Dovrei iniziar a camminar a testa bassa, evitarmi certe visioni.
Perchè la bruttezza è umana e accettabile.
Ma la deformità è diabolica. E nel mio caso è diffusa in spirali che orbitano attorno al mio piccolo pianeta.
Pantagruelica, lasciva e luciferina mi turba.
E se i pensieri ti si leggessero in faccia? E se la tua pochezza fosse la tua condanna? E se il turpiloquio dei sentimenti, la tua bile nera, le psicosi latenti ti marcissero fuori oltre che dentro?
Se non potessimo più nasconder nulla, appender scheletri in armadi o ammucchiar polvere sotto i tappeti?
Non so se sentirmi come Carletto principe dei mostri o Ulisse. Magari tutto questo non c'è. La mente può farne di scherzi.
O magari, forse, l'evoluzione della specie passa anche da qui.

La Mattatrice

Posted by TibiDabi | Posted in | Posted on domenica, marzo 21, 2010

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La Sicilia è una terra strana. Innanzitutto ho fortissime riserve sul fatto che sia Italia e non Tunisia del Nord. Ma questo solo da quando ho per coinquilina Marilù, nota anche come Marilux. La Sicilia da allora mi appare come una nebulosa di usi e costumi al limite della gaia scienza nonché del buon senso. E con questo non voglio nulla toglier alla Tunisia, sia ben chiaro.
Non so bene se vi ci siate imbattuti anche voi nella razza in questione, ma il sicilianus dissapiens è una gran "capa tosta". Non sentirete mai fuoriuscir dalla sua bocca la magica formula di rito "Secondo me". Mai.
Il siciliano medio professa la sua opinione come Il Verbo. Tu esprimi il tuo parere. Lui nega fortissimamente l'esistenza dell'altro al di fuori di quello tramandatogli da generazioni."No, no, no. Non è così. Noi infatti...."
Ecco. Appunto. Voi.
"No, guarda. Si fa così!"
Grazie mille. Halleluja. Cristo è grande e s'è incarnato nel seno della vergine Marilux. Pur vivendo da sola da quasi 10 anni in effetti non avevo la benché minima idea di come fare TUTTO. Cade quindi a fagiuolo la lezione di vita dalla matricola. Ti prego quindi, indicami il cammino ed io lo seguirò.
Mi chiedo come sia stato possibile viver così a lungo senza perle indispensabili alla conoscenza umana come:
1)La pisella o i peri. Trattasi di legumi e frutta palesemente transgender di cui: l'una un incrocio tra piselli e ceci a quanto pare solo in uso a Trapani, gli altri ovviamente compagni delle loro più celebri partner femminili. Avrei dovuto lasciarla andar al mercato coperto alla ricerca di queste primizie ed invece, fattami impietosire, ho cercato di evitarle l'onta delle risate da parte di schiere di pakistani tra i banchi della frutta, suggerendole che magari non era una buona idea.
2)La piscina. A Trapani è buon uso non utilizzar in piscina costumi sgambati per le donne, anzi, è proibito. La muta. Sì. Va usata la muta da surfers. Conservatorismo nei costumi? Tradizionalismo? Pudicizia? Forse. Ma forse anche no, visto che gli spogliatoi sono in COMUNE tra uomini e donne! "E la doccia?" "Beh, la fai col costume!" "Cioè colla muta?!" "Si!" "Ma poi, cambiarsi, togliersi la muta?" "Che problema c'è, metti un asciugamano e ti togli tutto!" "Un asciugamano?TUTTO?Io che a stento riesco a mantenermi in equilibrio sfilandomi i pantaloni!"
3)La torre o case del pc. "A casa non abbiamo più il pc! Cioè c'è rimasto solo lo schermo, il KAISER invece non lo abbiamo più." "Il KAISER?" "Si, si. Il KAISER!" Ed io che non sapevo nulla dell'insigne titolo di cui può fregiarsi oggi un comune pc fisso. Me tapina!
4)La connessione wireless dell'Università. "Come posso fare per connettermi con il why-File in facoltà?" Il mistero s'è fatto fitto attorno al perché, come vi lascio ben immaginar, piuttosto che attorno al come.
5)L'inno della scuola superiore e i colori."Noi avevamo un inno di liceo che cantavamo il primo giorno di lezione nel cortile. Fa più o meno così Poppopò poppopò poppopò...il popolo, il popolo, siamo il popolo degli studenti....( segue motivetto dal delicato incedere di una marcia!) Quale era il vostro inno? E i vostri colori?" Segue silenzio moltiplicato per tre.
6)Marx. "Noi non abbiamo mai fatto MAX al liceo. Il nostro professore di filosofia lo odiava. Quindi ce l'ha fatto saltare a piè pari." "MAX chi scusa?" "MAX, il comunista!" Io mi chiedo: ma il determinismo storico che regna nell'impostazione dei vari testi scolastici, come sarà stato rimosso? Determinismo MAXISTA chiaramente.
7)Weber. "Io sto Uebber non lo capisco mica." "Ma chi Andrew Lloyd?(lo so, me le vado a cercare)" "Mannooo,Max(aridaje)!" Mannaggia a me che faccio anche battute di un certo livello che passano per mie sfarfallaggini incomprensibili, OLTRETUTTO! Mi chiedo solo se abbia una minima idea di quale Max stia parlando. L'elenco infatti inizia a farsi lungo a sto punto.
8)Piatti tipici delle feste." Da noi S. Stefano è la festa in cui mangiamo di più" "Ma davvero? Non sarebbe la festa in cui si va giù di brodo per alleggerirsi un po'?" "No( e te pareva)! Praticamente mia nonna prepara la pasta e poi una decina di condimenti tra cui: patate, broccoli, tonno, sottaceti, melanzane, sugo....e ognuno si condisce la pasta come preferisce. Vedessi mio padre che piatti che si fa...praticamente ci mette tutto!" La famosa pasta e merda delle feste, tradizionalmente distribuita in tutti i fast-food della McCuffaro, per intenderci.

E questo è niente. Tanto altro, troppo, sarebbe da raccontar, a riformular la definizione di grottesco ed oltre.
Sicilia, oh Sicilia mia...questa è la tua progenie che riversi in giro per il mondo. Spero tu ne sia consapevole.
Invece di predicar sempre sto benedetto "Turismo e cultura" potresti anche risvegliarti da quel torpore atavico che sembra davvero non conoscere età. Mentalità che si tagliano con un grissino si riversano in ogni dove seminando lo sconcerto.
Io poi non nego di esser sottilmente una stronza. Non sarò di certo io a metter in discussione le certezze granitiche della cara Marilux. Io mi diverto a scovarle, a fargliele raccontare e a condividerle. Massì. Perché dover spazzar via certe convinzioni?Perché porre fine all'incanto? Perché affrontar un contraddittorio dato che, se mi piglia la dolce Marilux mi frantuma coi suoi 90kg di possanza. Evito saggiamente quindi.
Ché poi, nonostante sia un polmone, mi apre in due dalle risate ogni volta. E le sue massime lo so, tra un po' faranno compagnia a quelle di Confucio.
O di Max. Uno a scelta tra i due.

New frequencies

Posted by TibiDabi | Posted in | Posted on mercoledì, marzo 10, 2010

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Lo dico?Lo dico.
Sabato ci sarò anche io a co-condurre New frequencies ovvero il programma radio senza la radio in filodiffusione presso la Collina dei conigli a Forlì.
Per maggiori info date un'occhiata al sito della collina.
Se quindi qualcuno in zona avesse voglia di far un giro, sappia che potrebbe imbattersi nella mia deprecabile persona.
Si parlerà di musica da films, colonne sonore, soundtracks...insomma ci siamo intesi, no?
Meriterebbe a prescindere, credo, al di là del mio plusvalore. Chiaro?

Fine marchetta.

Il mare è pieno di pesci

Posted by TibiDabi | Posted in | Posted on mercoledì, marzo 03, 2010

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Da queste parti non si ambisce alla gloria dei secoli.
Certo, tutto questo (poco) scrivere mi fa sentir in obbligo.Verso di voi, sparuti( spauriti?) amanti delle tinte forti nonché stomaci rivestiti di latta, ma - più convintamente - verso di me.
Mi sento costretta allo scrivere, come se avessi un debito di fiducia nei confronti di questo blog che non mi lascia molta scelta.
Questo vale per me.
Però là fuori c'è chiunque. Sì. Chiunque si è arrogato il dovere di scrivere. Di dir la propria. Di esser seguito da qualcuno. Perché, mi chiedo?!
Non è forse un diritto questo? Irrinunciabile, sì, ma che in quanto tale si può anche non esercitare.
L'impellenza è sempre più fomentata dal dovere di massa.
Siamo sempre sicuri di aver davvero qualcosa di così dirompente da dire?
Non meritano forse le parole un giusto decorso? Solo per apprezzarle. Perché valga la pena farsi ascoltare.
Tutti scrivono compiaciuti, pochi però hanno l'onestà di non farlo.
Ogni giorno scopriamo qualcuno con qualcosa di suo che si volatilizza nell'instante in cui lo fai tuo. C'è gente che non dovrebbe, c'è gente che ti dà almeno qualche metro di lunghezza e poi c'è gente che pari esser tu, quell'essere dall'unicità così conclamata che per anni hai coltivato. E sei speciale come tanti, ma tanti eh. Sei particolare, pazzo, fuori di testa, spacchi ma non hai l'esclusiva che credevi.
Vedete, saper che questo blog è nulla rincuora a suo modo. Aver una manciata di persone che mi legge credo mi si addica. Son soddisfatta così. Non vorrei foste più o meno di quello che siete. Non ho missive da recapitar all'umanità, né insegnamenti da trasmettere o condividere. Velleità artistiche?
Beh, sì, sono in attesa della googlata della vita. Anche un editore prima o poi dovrà aver bisogno di un "divano buono" per le proprie scarpe!
Tutto questo per dire che siamo tanti, tutti ben compressi in schiere lunghe e regolari. Stiamo così, gli uni dopo gli altri a caccia di espedienti.
A farsi forti dell'esser nessuno.
Alla ricerca dell'insolito che prima o poi ci seppellirà.