Somewhere

Posted by TibiDabi | Posted in | Posted on domenica, settembre 12, 2010

E' irritante doverlo dire.
Sì. Lo sapevo. Tra cotillons e ricchi premi il Leone d'oro per il miglior film se lo porta a casa Coppola la figlia.
E proprio nel momento in cui lo inondavo di critiche e perplessità, eccolo lì Tarantino, spero in palese stato confusionale, a far proprio quel nome là; quasi a dire "e belli e bravi ce ne andiamo con qualcosa in saccoccia tutti, amici miei."
Avete visto Somewhere. Magari vi è piaciuto anche ed avete trovato qualche argomentazione – misteriosa- a sostegno della vostra tesi. La spietata analisi della TV Italiana (a porposito, grazie Sofia Coppola per aver offerto una vetrina così veritiera della tv nostrana e per darne sfoggio, ti auguro, in ogni orifizio di 'sto mondo. Come se Berlusconi non bastasse a farcisi ridere dietro!). Il tenero rapporto padre-figlia. Le lapdancers gemelle(immagino ricordiate tutti su che musica ballassero...right?). La costruzione della maschera su Johnny Marco(maschera di gran lunga più espressiva di Stephen Dorff a dirla tutta).
-Ehi ma questo Johnny Marco non richiama nel nome James Franco?-
-A dirla tutta a me pareva richiamasse DJ Johnny Glamour di Aldo, Giovanni e Giacomo!-

Insomma, s'è capito come la penso. Non ne faccio mistero.
Il trailer m'aveva già dato l'impressione di esser potenzialmente più del film. Una mezza idea me l'ero fatta sulla storia, metteteci poi che più o meno ho capito dove vanno a parar i film della Coppola ed ecco che la fregatura era una aspettativa legittima.
Ma non voglio parlar di fregatura. La Coppola è un'icona del cinema indipendente(de che?) oramai. E' tipo gli Weezer. Potrà anche far cagate ma c'è gente che si straccerà le mutande sempre per lei pur di negar l'evidenza.
Insomma, dai, Lost in translation l'ho adorato. Anche le Vergini suicide non mi son dispiaciute.
Ciò a dimostrar che non avevo pregiudizi. Però allo stesso tempo non posso dire di nutrire un'ammirazione incondizionata per questa donna. Ai miei occhi è una sorta di equilibrista, in bilico lassù con una grande potenzialità di passo falso in serbo.
Questo Somewhere è un film privo d'incisività. Niente che lo renda memorabile. Una sceneggiatura minimalista ed anche facilotta, ai limiti del banale. Tutto il resto è un susseguirsi intuibile di un qualcosa dettato dai ricordi stessi della regista che non giovano alla narrazione, se di narrazione è possibile parlare. Il risultato è desolante per l'insistere di piani fissi laddove non accade nulla.
Probabilmente l'effetto è voluto. Un'alienazione che affianca quella del protagonista, una mediocrità universale. Dialoghi, riprese, ambienti, rapporti, attori. Dorff non mi convince come depresso. In realtà non mi convince e basta. Io la chance di sorprendermi gliel'avrei anche data. Ma non si chiamano tutti Bill Murray. Elle Fanning invece, è la luce del film. C'è lei in tutto ciò che si lascia ricordare. Per il resto tanta autocelebrazione indie.
Questo minimalismo tuttavia non genera alcun tipo di empatia. Il film scorre senza grandi coinvolgimenti. Ed il pensiero che il tutto sia voluto, che è la storia a richiederlo, mi indispone, perché suona come la giustificazione a cui tutti potrebbero ricorrere per giustificar degli stratagemmi registici non proprio condivisibili.
E Somewhere pare giusto la risposta alla domanda che provocatoriamente ti balena in mente già tra i titoli di coda: “Ma questo film, dove vuole andar a parare?”
Da qualche parte. Sì. Magari nella testa di Sofia Coppola.

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