Il nastro bianco

Posted by TibiDabi | Posted in | Posted on domenica, novembre 15, 2009

Michael Haneke ha una capacità singolare. Destabilizzare.Prima ti anestetizza conducendoti per mano nella storia che si dispiega lì quasi per te e poi affonda la lama in profondità.Senza che te ne possa render conto sei turbato. Subodori come possa terminare la storia. Avverti che l'aria s'è fatta decisamente pesante e tesa. Senti che l'epilogo e vicino. E poi no. Non c'è nessun epilogo.
Haneke Haneke!Spiattelli quelle verità che fanno male. Dai una faccia alle nostre paure più recondite. Non sono le immagini che inquietano. E' quello che uno percepisce. Il non visto. Un suono fuori campo. Una scena a camera fissa.Il nastro bianco pietrifica. Si percepisce la lezione di Bergman, con quelle espressività e silenzi carichi di tensione nonché la lezione delle tragedie classiche, dove la voce narrante facilmente sarebbe assimilabile al coro di una qualunque delle tragedie di Eschilo.Una grande opera Morale. Un cupo affresco quasi controriformista. Una agghiacciante ricostruzione del profilo psicologico-comportamentale in cui si può riscontrar il seme dell'odio nazista ed il suo perché.
Il film si dipana attorno a degli incidenti misteriosi che si susseguono in un villaggio rurale. Le conseguenze sono sempre devastanti per chi ne è oggetto. Sarà l'insegnante della scuola,nonché narratore della vicenda, a ricavar un'ipotesi di lettura sconcertante.
La purezza simboleggiata dal nastro bianco posto al braccio e tra i capelli dei bambini risulta un simbolo vuoto. Le colpe dei padri non si disperdono e non rendono immuni. Il candore è un lenzuolo pieno di macchie. La ragione sembra dissociarsi dalla realtà, lasciando spazio a una verità di comodo.La rigidità dogmatica, di schemi fissi e formali, paralizza la società che ha bisogno di agnelli plausibili da immolare. Ma lo spettatore sa bene qual è la falla del sistema.

Mr.Haneke,regista barra autore barra sceneggiatore,i miei omaggi.





Comments (1)

Ho visto, tempo fa, il suo primo Funny Games e devo dire che era meravigliosamente inquietante...